“L’amore per qualsiasi animale è puro perché in quell’amore non ti aspetti nulla da loro”
Kedar dhep
Non possiamo che essere pienamente d’accordo con questa frase.
E proprio per l’amore che nutriamo nei loro confronti non dobbiamo dimenticarci di prendercene cura ogni giorno, specialmente in questo periodo di bella stagione.
Consigliamo infatti a tutti i nostri clienti di attuare i trattamenti per le malattie infettive considerate dalla WSAVA (world small animal veterinary association) a rischio nella nostra zona.
Le malattie che si possono contrarre in questo periodo sono infatti diverse, vediamo le principali:
Andiamo più nello specifico e vediamo ora in che modo eseguire la corretta prevenzione della filariosi.
La filariosi cardiopolmonare del cane è una malattia causata dalla Dirofilaria Immitis, un parassita nematode che nella sua forma larvale predilige il letto vascolare periferico, mentre la forma adulta si localizza nelle arterie polmonari e nel cuore destro degli animali infetti.
La filariosi è una malattia parassitaria potenzialmente zoonotica, ovvero che può essere trasmessa anche all’uomo, in cui causa noduli polmonari e patologie cardiache, cosa che la rende particolarmente insidiosa anche per chi gli sta accanto.
La malattia è trasmessa da animali malati ad animali sani attraverso la puntura di zanzare, ovvero insetti che rappresentano l’ospite intermedio obbligatorio del parassita. Sono infatti necessari al parassita per il completamento del suo ciclo biologico.
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Le principali zanzare che rappresentano l’ospite intermedio sono del genere Aedes, Anopheles e Culex; che infettano il cane.
La presenza del parassita è perciò strettamente legata alla diffusione degli insetti ospiti e infatti le aree calde e umide rappresentano l’ambiente ideale per il diffondersi della malattia.
Le zanzare del genere Culex, Aedes e Anopheles, facendo un pasto di sangue da un soggetto infetto, tramite il sangue permettono il passaggio del nematode in loro, dove si trasformano in larve infettanti.
Gli ospiti del parassita della filariosi nel cane sono almeno due: uno intermedio, le zanzare, e uno ospite definitivo, di solito il cane.
Le zanzare non sono da sole infette, ma vero è svolgono un ruolo fondamentale per veicolare la filariosi nel cane: sono infatti molto abili a trovare la pelle anche se il pelo è lungo. Ecco perché si può dire che colpisce tutte le razze, a tutte le età e in tutte le dimensioni la filariosi nel cane, che vivano in giardino o in casa: le zanzare entrano ed escono come vogliono.
La filariosi nel cane a livello geografico è endemica in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia Romagna, ma si sta diffondendo anche in Toscana, Umbria, Lazio e Marche.
Oltre al cane, molto sensibile alla filariosi è anche il furetto, il gatto si ammala dove la malattia è estremamente diffusa, come nelle risaie del Piemonte o nel Veneto.
Per comprendere come affrontare la filariosi nel cane è necessario conoscere il ciclo vitale di questo parassita tanto nemico dei nostri adorati animali.
Partiamo dall’evidenza, dal cane infetto.
Quando una zanzara lo punge e ne ingerisce il sangue, ricco di microfilarie, siamo allo stadio di larva L1 che, dopo sette giorni diventa L2, e dopo altri sette L3.
Queste ultime – siamo a due settimane dall’evidenza di filariosi nel cane – sono quelle infettanti: quando la zanzara punge un altro cane, entrano nel sottocute, arrivano ai capillari e dopo 6-12 giorni diventano L4.
Dopo due mesi circa diventano lo stadio adulto L5, entro quattro mesi, giungono al cuore e nelle arterie polmonari danneggiandoli anche a distanza di 6 mesi: ecco perché spesso ci si accorge tardi della filariosi nel cane.
A volte troppo tardi: un singolo animale ammalato può ospitare da 3 a 50 parassiti adulti che vivono fino a 7 anni, sempre che non ne provochino prima la morte.
Il cane da questo momento dopo 3-4 mesi dall’immissione nel suo circolo sanguigno presenta la malattia. Questo è il tempo in cui le larve di Dirofilaria Immitis diventano adulte.
La filariosi cardiopolmonare presenta molteplici quadri clinici, in funzione alla carica parassitaria. Spesso la malattia, nei casi di cariche infestanti lievi, decorre in modo asintomatico, mentre in altri casi l’animale può presentare un calo del rendimento durante l’attività, difficoltà respiratoria, tosse, rinorragia ovvero perdita di sangue dalle narici, febbre e dimagrimento.
Infine nei quadri più gravi si osserva distensione addominale per presenza di versamento, sincope e talvolta può portare anche a morte.
Nella filariosi cardiopolmonare la presenza cronica di Dirofilaria Immitis può causare endoarterite proliferativa, tromboembolismo, ipertensione polmonare ed insufficienza cardiaca destra congestizia.
La gravità dei segni clinici permette di includere l’animale in classi da I a IV, in base alla gravità e questa classificazione ha lo scopo di definire una prognosi adeguata da molto favorevole a riservata
Il veterinario per la diagnosi di filariosi si basa, oltre che sul risultato della visita clinica, su esami ematologici e strumentali. È quindi necessario procedere ad eseguire gli esami del sangue dell’animale.
È possibile prevenire l’infezione da filaria per la maggior parte dei cani che vivono in aree endemiche con la profilassi farmacologica.
Le opzioni per la profilassi includono diversi farmaci somministrati in formulazioni topiche orali o parenterali, ma ogni animale ha bisogno del suo prodotto specifico.
In Farmacia San Giacomo abbiamo tutti i prodotti che servono alla salute del tuo amico a 4 zampe 💚
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